Con decreto pubblicato il 9 ottobre 2019, il Tribunale di Milano, in composizione collegiale, ha respinto l’istanza di fallimento presentata nei confronti di Moby il 10 settembre 2019 da quattordici fondi di investimento. I fondi, titolari di un credito in scadenza nel 2023, hanno agito sulla base di una asserita “insolvenza prospettica” della società debitrice.

Luigi Giovanni Saporito, partner di TALEA, coadiuvato da un team formato dal partner Sergio Pellone, Rosangela Notarnicola e Maddalena Cirla, ha agito come legal counsel, supportando Moby per gli aspetti economici.

Gianni Origoni Grippo Cappelli, con Beniamino Carnevale, ha agito con un team multidisciplinare coordinato dai partner Antonio Auricchio, Decio Nicola Mattei e Luca Jeantet, coadiuvati dai senior associate Paolo Stella e Alessandro De Ferraris. Inoltre i partner Eugenio Grippo, Magda Serriello e Richard Hamilton hanno assistito la società con riguardo agli aspetti finanziari connessi alle prospettazioni avversarie.

Il Tribunale di Milano, aderendo pressoché integralmente alle argomentazioni difensive svolte da Moby, non soltanto ha ritenuto insussistente uno stato attuale di insolvenza (dal momento che la società non è gravata da alcuna esposizione tributaria o previdenziale, non è oggetto di iniziative esecutive o monitorie e non risulta, allo stato, incapace di far fronte alle obbligazioni scadute dalla stessa assunte), ma soprattutto ha accertato che non vi sono manifestazioni esteriori che dimostrino la sussistenza di uno stato di insolvenza prospettica. Ad avviso della Corte meneghina, difatti, la prognosi relativa allo stato di insolvenza deve essere necessariamente legata ad un orizzonte temporale molto contenuto e non può che essere influenzata dalla sussistenza di diversi elementi imprenditoriali per loro natura incerti.